Tutto comincia dal porto. Le sue mura, costruite nel XVIII secolo, sono ancora lì, a proteggere le barche dei pescatori che ogni mattina escono in mare per portare a casa il pesce fresco. Il porto di Essaouira è vivo: i gabbiani urlano, i pescatori riparano le reti, e i mercanti vendono il pesce appena pescato sui banchi di legno. È un luogo dove la tradizione si mescola con la modernità, e dove, al tramonto, i locali si riempiono di gente che mangia grigliate di sardine e beve tè alla menta, guardando il sole che sparisce nell’oceano.
La medina è il cuore pulsante di Essaouira. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è un labirinto di vicoli bianchi, dove le case imbiancate a calce brillano sotto il sole. Passeggiare qui significa perdersi tra botteghe di artigiani, dove si vendono oggetti in legno di tuia, tessuti berberi e gioielli d’argento, e cortili nascosti, dove il silenzio è rotto solo dal suono di un oud (il liuto arabo) suonato da qualche musicista di strada. La medina non è caotica come quella di Marrakech: è intima, raccolta, un luogo dove ci si sente a casa.
Ma Essaouira è famosa anche per la sua scena artistica. Negli anni ’60 e ’70, la città attirò musicisti come Jimi Hendrix e Cat Stevens, che vennero qui in cerca di ispirazione. Oggi, Essaouira è ancora un rifugio per artisti: nei caffè del centro, come il Café Clock, si tengono concerti di musica gnawa (il blues marocchino), e le gallerie d’arte espongono opere di pittori locali e internazionali. Il Festival Gnawa World Music, che si tiene ogni anno, trasforma la città in un palcoscenico a cielo aperto, dove la musica risuona tra le mura bianche e il vento porta le note fino al mare.
E poi c’è la spiaggia. Una distesa infinita di sabbia dorata, dove i surfisti cavalcano le onde e i cammelli passeggiano lungo la riva. La spiaggia di Essaouira non è come quelle turistiche di Agadir: è selvaggia, ventosa, autentica. Qui, i bambini giocano a pallone, i pescatori tirano su le reti, e i cavalli galoppano liberi lungo la battigia. Al tramonto, la spiaggia diventa il luogo perfetto per una passeggiata, con il vento che ti accarezza il viso e il rumore delle onde che ti accompagna.
Ma Essaouira non sarebbe la stessa senza il suo vento. Chiamato alizeé, soffia costantemente, portando frescura anche nelle giornate più calde. È il vento che ha reso questa città un paradiso per i surfisti e i kitesurfer, che arrivano qui da tutto il mondo per sfidare le onde. Ma è anche il vento che ha ispirato poeti e musicisti, che lo descrivono come un soffio magico, capace di portare via le preoccupazioni e lasciare solo la pace.
La sera, Essaouira si trasforma. I ristoranti di pesce lungo il porto si illuminano, e i tavoli si riempiono di gente che mangia pastilla di pesce (una versione costiera della famosa pastilla marocchina) e tagine di cozze. Nei caffè del centro, come il Taros Café, si beve un caffè alla cannella mentre si ascolta musica dal vivo. E nelle strade, i bambini corrono felici, i gatti sonnecchiano sui davanzali, e il vento continua a cantare la sua canzone.
Essaouira è una città che non si dimentica. È il profumo del mare mescolato all’incenso, il suono delle onde che si infrangono sulle mura, il sorriso dei suoi abitanti. È un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, e dove, anche solo per un giorno, si può sentire la magia dell’Africa del Nord nel suo stato più puro. Qui, tra le mura bianche e l’oceano infinito, si capisce perché questa città è chiamata la "Perla dell’Atlantico".